Mal di testa: risolvere il problema senza farmaci

Emicranie e cefalee sono disturbi che possono diventare molto invalidanti, soprattutto quando anche gli antidolorifici non sorbiscono più l’effetto desiderato.

Dagli studi condotti in medicina psicosomatica risulta evidente che coloro che soffrono di mal di testa ricorrenti sono individui caratterizzati da un tipico funzionamento psicologico:

  • Sono individui che privilegiano in maniera marcata un approccio mentale alla vita; affidandosi quasi esclusivamente al pensiero e alla razionalità piuttosto che all’istinto e alle emozioni. La funzione della razionalità è dunque ipertrofica, cioè eccessivamente sviluppata rispetto a quella dell’emotività che viene invece tenuta blindata e sotto controllo.
  • Sono Individui che dunque hanno difficoltà a lasciarsi andare, che si controllano per paura di eccedere, eccessivamente critici verso sè stessi.
  •  In buona parte dei casi sono persone che tendono a reprimere la rabbia. Ciò non significa che chi soffre di mal di testa (cefalea o emicrania) necessariamente non senta la rabbia, ma che tenda a covarla tutta nella testa sotto forma di pensieri aggressivi dei quali può anche arrivare a non essere cosciente. Questa emozione trattenuta, vissuta dentro e mai espressa apertamente, si trasforma in irritazione e risentimento che contaminano ogni pensiero.
  • Dal punto di vista corporeo si evidenziano blocchi e tensioni muscolari croniche collocate soprattutto a livello del collo, le quali impediscono di lasciare andare la testa (paura di perdere la testa = paura di perdere il controllo delle emozioni); del diaframma, per cui la respirazione risulta controllata e limitata; della mascella  e delle scapole, manifestazione corporea legata alla tendenza a trattenere la rabbia.

 

Il black out del pensiero

Il nostro organismo è in grado di attivare autonomamente una vasta gamma di meccanismi omeostatici (di riequilibrio) che intervergono qual’ora vi sia un eccessivo sbilanciamento neurovegetativo. Anche il mal di testa, benchè possa sembrare alquanto strano, ha le sue funzioni, e una di queste è quella di interrompere per un certo tempo l’eccessiva attività razionale e di pensiero nella quale la persona si trova coinvolta, costringendola a bloccare il continuo rimuginio mentale. Inoltre il black out del pensiero generato da una forte cefalea o da una forte emicrania, può impedire l’emergere alla coscienza di contenuti emotivi disturbanti che la persona, in quel momento, non è disposta ad accogliere.

 

L’approccio Psicocorporeo contro il mal di testa

Come è possibile curare il mal di testa e soprattutto farlo senza l’uso di farmaci? Anche se molte persone non sono al corrente di questo, è importante sapere che oggi esistono alcune tecniche psicocorporee  particolarmente efficaci per ridurre drasticamente questo disturbo. La Bioenergetica può essere di grande aiuto sia per lo scioglimento di specifici blocchi psicofisici, sia per favorire l’integrazione tra la parte emotiva e quella razionale. Un’ altra ottima possibilità è quella offerta dall’ipnosi e dall’ ipnosi non verbale, tecniche che permettono di aggirare le resistenze inconsce della persona e agire in maniera mirata su specifiche alterazioni del funzionamento mente corpo.

Se desideri avere maggiori informazioni o per qualsiasi domanda puoi scrivere sulla mia casella di posta elettronica : info@fabiopratesi.it

Se invece hai piacere di avere un primo colloquio psicologico allo scopo di analizzare più precisamente un problema puoi contattarmi telefonicamente al numero: 347.1419026

Quando rivolgersi ad uno psicologo?

“Ogni viaggio inizia con un piccolo passo”

Lao Tsu

 

Prendere la decisione di farsi aiutare da uno psicologo può non essere semplice. In alcuni casi si rifiuta la possibilità di rivolgersi ad uno specialista perché il farlo apparirebbe agli occhi della persona come un atto di debolezza inaccettabile, oppure il rifiuto può derivare dalla credenza infondata che andare dallo psicologo significhi essere “pazzi”, oppure ancora che affidarsi ad uno psicologo porti a non riuscire più a fare a meno del suo sostegno.  In realtà:

1)      Paradossalmente, spesso, è proprio l’incapacità a chiedere aiuto e ad appoggiarsi in un momento di reale bisogno che porta a sentirsi sempre più deboli e insicuri.

2)      Ognuno di noi nella vita (e non serve essere pazzi per questo) può incorrere in periodi più o meno lunghi di particolare disagio, tristezza, stanchezza, rabbia, ansia e, ad un certo punto, sentire il bisogno di ristabilire un equilibrio e un benessere che abbiamo necessità di recuperare, ma che da soli facciamo fatica a trovare.

3)       La relazione psicologo-paziente è una relazione di fiducia e di scambio e uno degli obiettivi imprescindibili di ogni percorso psicologico è proprio quello di favorire l’autonomia e l’autorealizzazione della persona.

Detto ciò, in quali casi  è dunque consigliato rivolgersi ad uno psicologo?

  • Quando ci sentiamo bloccati e incapaci di avere il controllo di noi stessi.
  • Quando quotidianamente abbiamo un “appuntamento” con il nostro malessere.
  • Quando, nonostante svariati tentativi fatti in maniera autonoma per risolvere il problema/disagio, non si ottengono miglioramenti convincenti.
  • Quando ci sentiamo costantemente stanchi o stressati.
  • Quando in seguito ad un cambiamento o  evento importante (lavoro, casa, nascita di un figlio, matrimonio, divorzio, malattia,  perdita di una persona cara, etc.) ci sentiamo destabilizzati e incapaci di comprendere o gestire certe emozioni.
  • Quando vogliamo rimodellare alcuni aspetti del nostro carattere che non tolleriamo, o che ci siamo accorti interferire negativamente nelle relazioni.
  • Quando non riusciamo ad instaurare delle relazioni  sufficientemente stabili e/o significative con altre persone.
  • Quando ci sentiamo freddi, distaccati, e non riusciamo più ad esprimere alcune emozioni.
  • Quando, dopo svariate visite mediche a causa di un malessere fisico, non viene evidenziato nessun disturbo organico.
  • Quando ci autosabotiamo trovando sempre una buona scusa (“ora non è il momento giusto”, “ho cose più importanti di cui occuparmi”, “con il mio problema c’è poco da fare” etc.)  per evitare di fare il primo passo.

 

Lo psicologo è in primis un essere umano, una persona che si è formata maturando, attraverso specifici percorsi personali, la capacità di entrare in contatto con il disagio e la sofferenza. Lo psicologo che utilizza un approccio integrato accompagna il paziente attraverso un percorso “su misura” fatto di esperienze correttive che coinvolgono l’intero sistema persona (mente-corpo-emozioni), e permettono il recupero o lo sviluppo di una condizione di benessere concreta e globale.

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